Museo MeCrì . ampliamento
Un mistico padiglione di beton lavato
4. augustus 2016
Das Büro studio inches hat kürzlich eine Museumserweiterung in Minusio fertiggestellt. Matteo Inches stellt sich unseren Fragen (auf Italienisch).
In che cosa consiste la particolarità di questo incarico?
Il Museo MeCrì è iniziato con il sogno di una signora ottantenne di realizzare uno spazio espositivo in memoria del padre Aldo Crivelli, famoso archeologo, scrittore e pittore ticinese. Il progetto è stato concepito nel 2012 secondo un processo a tappe. La prima fase è stata conclusa nel 2014, con la ristrutturazione di un edificio esistente nel nucleo di Minusio e il relativo cambiamento di destinazione d’uso, da residenza a museo. La seconda fase prevedeva la costruzione di un nuovo padiglione espositivo, per il quale è stato adattato il Piano regolatore particolareggiato in vigore: un interessante caso d’interazione tra architettura e pianificazione del territorio, così come tra progettista, autorità politica locale e cantonale. L’ampliamento è stato concluso nel corso del 2016.
In che modo il luogo ha inciso sul progetto?
L’ampliamento del museo MeCrì è concepito come un «padiglione» espositivo che riprende aspetti formali e volumetrie caratteristiche dei nuclei locali. In questo senso il ruolo del contesto in cui è inserito ha giocato un ruolo fondamentale ed il progetto cerca di dialogare con le preesistenze.
I muri di cinta originari che delimitano il mappale d’intervento sono lasciati intonsi: si tratta di elementi tutelati a livello locale, e quindi non modificabili, nonostante la precarietà che li contraddistingue. L’intervento si pone in relazione con essi, andando a riprenderne altezza e lunghezza originarie; viene ripristinata così una nuova cinta muraria, nel rispetto della memoria delle preesistenze, quando i muri in sasso cederanno definitivamente.
La materialità del muro che cinge la corte interna e lo spazio espositivo è in beton lavato: un espediente che permette agli inerti di affiorare in superficie e di creare un’unità formale con i muri in sasso perimetrali e di inserirsi armoniosamente nel contesto del nucleo storico.
Un aspetto ricercato anche nell’uso del materiale della copertura: un granito locale (Maggia) quale rivestimento, posato a liste orizzontali e in controvena, rivela il suo spessore e richiama le piode dei tetti degli insediamenti vicini. Un lucernario di nove metri corona l’edificio, un finale o «attacco al cielo» che enuncia il carattere non abitativo della costruzione e parimenti dona allo spazio interno un’atmosfera mistica e suggestiva, al servizio dell’arte.
Sono state eseguite modifiche significative al progetto dal primo disegno all’opera finale?
Trattandosi di una commissione privata, la committenza ha imposto alcune scelte, curandole personalmente: è il caso della corte esterna generata dai due edifici museali, nella quale corpi illuminanti, vegetazione e manufatti avrebbero potuto essere maggiormente integrati con il progetto architettonico originale.
Come s’inserisce l’edificio nella serie di opere già realizzate dallo studio?
Siamo uno studio molto giovane: per noi, classe 1984, si tratta della prima realizzazione ex-novo, che segue una serie di ristrutturazioni su stabili esistenti. Può essere quindi inteso quale punto d’inizio della nostra produzione architettonica; al contempo lo percepiamo come una «chiusura» di una prima serie di lavori tutti inseriti in un contesto storico, di nucleo.
Quale prodotto o materiale ha contribuito al successo dell’opera finale?
La modalità di lavorazione del beton ha permesso di raggiungere la materialità ricercata nell’espressione dell’edificio. Il beton è stato lavato con idrogetto a forte pressione (2'000 bar) in modo da scalfirne di ca. 1-2 cm la superficie così da raggiungere lo strato di inerti.
Tappe di realizzazione
Piano di situazione
Pianta
Prospetto Est
Prospetto Nord
Prospetto Sud
Sezione trasversale
Museo MeCrì . ampliamento
2016
Minusio TI
Tipo d’incarico
Incarico diretto
Committente
Privato
Architettura e Progettista
studio inches architettura, Locarno
Volume dell’edificio
250 m3
Principali imprese partecipanti
Capomastro: Gamboni&Salmina SA, Gordola
Ingegnere: Jelmoni ingegneria SA, Ascona
Fisica della costruzione: EcoControl SA, Locarno
Impianto di geotermia: ProTec SA, Ascona
Elettricista: Elettricità De Lorenzi, Locarno
Riscaldamento e sanitari: DeCo Coppolino SA, Minusio
Metalcostruttore: Franscella SA, Minusio
Isolazioni e impermeabilizzazioni: Isolazioni Storni SA, Gordola
Opere in pietra naturali: Generelli SA, Rivera (tetto), Misa Costruzioni sagl, Losone (corte)
Opere da gessatore: AL gessatura sagl, Minusio
Opere da pittore: F.Di Lorenzo, Locarno
Foto
Simone Bossi