Qualcosa da dire

Elias Baumgarten
19. settembre 2019
Nina Cattaneo ha espresso parole franche riguardo ai concorsi in Svizzera. (foto: Elias Baumgarten)

«Ciò che avrei sempre voluto dire» è il motto della serata dedicata a una serie di brevi presentazioni, proposta dalla sezione zurighese della SIA, il 12 settembre all’EXIL Club. L’evento è stato organizzato da Stefan Kurath e Luca Fontanella. La sala era al completo, mentre 12 architetti si sono prodotti in 8 avvincenti presentazioni. Al pubblico, in maggioranza composto da giovani, non sono mancate le soddisfazioni: molti relatori hanno adoperato il palco per far conoscere il loro modo di lavorare e mostrato i propri progetti preferiti. Altri si sono proposti in modo spiritoso, e alcuni hanno lanciato affermazioni critiche o politiche. Florian Hartmann e Piero Bühler, per esempio, hanno parlato del lavoro con le fonti di ispirazione. I collaboratori dello studio raccolgono infatti regolarmente delle immagini allo scopo di ispirare i loro progetti, 20 dei quali scelti per l’occasione. L’architetto-paesaggista Johannes Heine ha portato una ventata di freschezza grazie al suo operato che (ri)porta la natura negli spazi pubblici. Thomas Hildebrand ha mostrato costruzioni e progetti che utilizzano il legno come materia prima, la sua preferita. Un esempio: il padiglione realizzato dal suo studio nel 2017 per la Blausee AG, sull’omonimo lago dell’Oberland bernese. In questo caso sono state riprese forme tradizionali e tecniche di lavorazione antiche, ormai quasi dimenticate.

Thomas Hildebrand si è dedicato al legno come materia prima per la costruzione. (foto: Elias Baumgarten)
Florian Hartmann e Piero Bühler parlano delle loro fonti di ispirazione. (foto: Elias Baumgarten)
Johannes Heine racconta. (foto: Elias Baumgarten)

Dopo la pausa, Simon Mühlebach ha parlato dell’architettura visionaria degli anni ’70. Il suo lavoro di ricerca presso l’istituto Urban Landscape della ZHAW si sviluppa attorno a questo tema. Una pubblicazione in merito, alla quale lavora attualmente nel suo studio, sarà pubblicata, spera Mühlebach, per la fine dell’anno. Buon umore e tante risate sono invece stati offerti da Eva Lanter e Patrick Britt, quando hanno mostrato degli «architecture-memes» e presentato in modo simpatico e spiritoso i loro progetti. Renate Walter e Sebastian Lippok hanno poi parlato dei concetti di innovazione ed efficienza, prendendo come esempio l’Innovationsparks Biel, un loro progetto attualmente in costruzione. 

Simon Mühlebach durante la sua presentazione. (foto: Elias Baumgarten)
Accattivante presentazione di Michele Bär e Nicole Baumgartner (foto: Elias Baumgarten)

Parole franche per la presentazione di Nina Cattaneo. Il suo interesse si è rivolto alla situazione dei giovani architetti. Ha per questo mosso delle critiche riguardo ai concorsi aperti in Svizzera, diventati sempre più rari. La qualità dei bandi di concorso è un altro oggetto del suo disappunto: in particolare la disturba il crescente «dare importanza unicamente ai costi». Con immagini provocanti e parole energiche, Cattaneo ha voluto mostrare che questi sviluppi non nuocciono soltanto ai giovani architetti, ma a tutta la cultura edile svizzera. Anche Michele Bär e Nicole Baumgartner hanno parlato della situazione locale dei giovani architetti. Il potenziale di questo format, che prevede di mostrare 20 immagini in 6 minuti, è stato da loro sfruttato magistralmente in un perfetto scambio di battute e bravura retorica. In particolare, hanno voluto sottolineare la bassa percentuale di donne nel settore. Hanno poi motivato il pubblico a valutare di mettersi in proprio, consigliando eventualmente delle cooperazioni con colleghi più esperti per prendere parte ai concorsi.

Da non perdere, il prossimo format di questo tipo che si terrà già il prossimo 26 settembre alle 18.30 (sala Karl der Grosse, Kirchgasse 14, 8001 Zurigo). La serata porta il titolo «We Need a Change Now!» e verrà presentata da Stefan Kurath, questa volta assieme a Molly Dolan. Organizza l’evento l’unione Architecture for Refugees SCHWEIZ.

Una bella atmosfera e il tutto esaurito all’EXIL Club di Zurigo (foto: Elias Baumgarten)

Übersetzung aus dem Deutschen: Nadia Bendinelli

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